Venusian/erie

 

VENUSIAN/ERIE 

 

Donde vieni

e donde vai

e perché d'onde tonde

non parlerai?

 

Non lo farai finché c'è

"qualcosa che fa cloche"

e perché

continua a farlo

cloche

che poi fa anche sempre più paura

perché il cloche

non è più solo una nota sbagliata

ma un rumore di fondo

infido e tetro.

 

C'È QUALCOSA CHE FA CLOCHE

appartiene al testo

della "Ballata venusiana"

fare cloche non è un'espressione

italiana, ma un adattamento francese.

 

Perché là quando qualcosa non quadra

di solito fa "cloche"

mentre da noi

o semplicemente stona,

o non è adeguato

o non si sa dove vada a finire

o cose del genere.

 

Ebbene, sempre più cose

sembrerebbe che

non si sa bene

dove vadano a finire.

 

Eppure viviamo in un mondo

dominato da realisti

da persone per così dire

sensate

tuttavia la loro musica

continua a stonare.

 

Tuonano invece

le loro bieche idee

sulla pelle di chi vorrebbe

solo un po' di ninna nanna.

 

 

I REALISTI

Questi (non entriamo in merito alla realtà

perché tutti sanno cosa sia

seppur nessuno l'abbia

mai vista in faccia),

hanno i loro "presupposti"

per dire quello che si deve

o non deve fare.

 

Cose che stanno (poste)

prima (pre) e

sopra (su).

 

In questa posizione

sfido chiunque a metterli

in discussione

i presupposti.

 

Per un realista

ad esempio

un deserto è un luogo

dove non ci si potrà mai tuffare

in un fiume.

 

Il presupposto deserto

regola tutti i predicati

che ne possono conseguire.

 

Il realismo non concepisce

la possibilità di una modifica

di registro.

 

In questo modo il realismo

si afferma come: immobilismo.

 

Ipotizziamo invece di

canalizzare un fiume

e irrorare il deserto.

 

Opera faraonica

sfida universale

ma come si convoglia il gas

per chilometri e chilometri

nei famosi gasdotti

così può essere possibile

anche creare un fiume in un deserto

e farci il bagno.

 

Per un realista

questa è pura fantasia

per chi non può farne a meno

possibile.

 

Non si può fare a meno

ad esempio

che la gente smetta di scannarsi.

 

Non è così a quanto pare per i realisti

e per certa realpolitik

che considera la mancanza di un accordo

guerra

perché da che mondo è mondo

è sempre stata così

e pertanto si continua con la

macellazione reciproca.

 

La realpolitik dice

palestinesi ed ebrei

non potranno mai andare d'accordo

quindi qualcuno deve assoggettare l'altro

per renderlo inoffensivo

(ma fino ad oggi non ha funzionato).

 

I più speranzosi dicono:

sarebbe già tanto che i primi possano avere

un loro stato indipendente

e ci siano appunto due stati

con la medesima capitale Gerusalemme.

 

Ma nessuno ci crede,

sarebbe già così, altrimenti.

 

Non resta dunque che un'ultima via,

concedetemi, "venusiana"

tanto per dargli un nome,

del resto nemmeno il Papa

si è arrischiato a tanto:

Palestinesi ed Ebrei vivano nel medesimo

stato, si rispettino come un ebreo rispetta

un altro ebreo e come un palestinese

rispetta un altro palestinese, perché

tra di loro non c'è differenza

sono entrambi uomini, a volte anche donne,

ci sono poi tanti bambini,

oltre che ai soliti anziani.

 

Basta che tutti abbandonino

i loro presupposti

fatti di rancori, odi, rivalse,

soprusi subiti, volontà di dominio.

 

Nessuno ha detto

che debba essere facile

ma più l'impresa è grande

e più è grande

chi la compie.

 

Un registro che non si potrà contemplare

finché ci saranno persone che hanno

i loro realistici

presupposti.

 

 

TARRABAH

Per fortuna ci viene in aiuto

è così che chiamo confidenzialmente

"L'ascensione al monte Tarrabah"

che seppur sul pianeta inospitale Venere

traccia un solco che cancella

quei presupposti.

 

Il libro,

ma non è solo quello

perché è anche speranza

oltre ad essere un'opera

a più mani e con più ricchezze,

che con altri nomi sono

capacità, dono, talento,

o come volete chiamarli

di persone che mi sono care

anche solo per la loro generosità

nell'affrontare questa scalata

che è sì di personaggi

perché stiamo parlando di un libro

di un romanzo in particolare

ma è soprattutto una scalata da sogno

fatta con le mani dei loro sogni.

 

Tarrabah certo

che verrà presentato sabato

4 novembre alle ore 16

presso la sala Morcelli

all'interno di Villa Mazzotti

sede della Fiera della Microeditoria

a Chiari, BS

dove avremo un banchetto

Temperino rosso edizioni

tutto riservato unicamente al libro

che oltretutto risulta or ora

fresco di stampa.

 

L'invito è pertanto

venite venusiani e non venusiani

Tutti a festeggiare

Tarrabah! (acclamazione)

 

EDGAR MORIN

La seconda cittadinanza

onoraria venusiana

gli è stata assegnata.

 

Essendo ancora vivente

a diversità del primo

avrà la possibilità

di accettare o meno

questo conferimento.

 

Il suo pensiero della complessità

potrebbe comprendere anche

il senso della cittadinanza venusiana

ci siamo detti,

a questo link la motivazione.

 

Arrivederci a Chiari